L’uomo è il frutto dell’unione di due esseri, è un individuo con un’entità unica composta da corpo e mente.
Durante l’arco della vita si inserisce nel mondo, nell’universo, attraverso relazioni familiari, ambientali e sociali creando con questi elementi una sorta di danza cosmica in movimento. Dunque, l’uomo stesso è movimento dalla nascita fino alla morte dove tutto si muove e tutto cambia. In questo viaggio che è la vita, la crescita e l’invecchiamento sono la maggiore espressione, l’esempio più chiaro di questa realtà.
Prendere coscienza della propria evoluzione, dei ritmi corporei e delle loro interconnessioni rende il nostro corpo più vivo. Imparare a conoscere e a conoscersi, prendersi cura di sé fa sì che questo viaggio “che è la nostra esistenza”, avvenga nella migliore armonia possibile.
Essere in contatto con noi stessi tenendo presente che la nostra “armonia” e la nostra stabilità dipendono anche dall’ambiente, dalle persone che ci circondano, dalla modalità con cui noi ci relazioniamo e in larga parte dal beneficio che ne riceviamo in cambio.
In che modo?
Ascoltare il corpo in maniera eccessiva potrebbe farci correre il rischio di diventare ipocondriaci ma imparare a osservare le nostre emozioni e le nostre reazioni ci aiuterà a vivere meglio, senza timori prendendo coscienza che un’emozione ha sempre ripercussioni sul piano fisico.
Se comprendiamo che il corpo mantiene in memoria un trauma, possiamo individuare i segni che sono all’origine di una disfunzione.
Conoscersi, nutrirsi bene, fare esercizio fisico, avere delle relazioni sane sono i precetti di base per offrire a se stessi una vita in buona salute.
Nel corso di questo articolo tenterò di fornire informazioni che ci aiuteranno a capire il “linguaggio del corpo e le sue emozioni” ed adattarci alle sue esigenze per gestire meglio la forma psicofisica.
Partendo da un esempio facilmente condivisibile, alla presenza di un improvviso mal di stomaco potremmo porci le seguenti domande: Come si è svolta la giornata? C’è stato qualcuno o qualcosa che ci ha provocato disagio?
In tal caso da una parte si può alleviare il dolore attraverso farmaci o rimedi adatti ma dall’altra si possono affinare le proprie difese immaginando un nuovo atteggiamento davanti alla vessazione, rafforzando la nostra protezione, prendendo in esame i nostri punti forti. Un’alimentazione sana, l’utilizzo di tecniche corporee come yoga, meditazione, tecniche di medicina manuale, passeggiate all’aperto ecc. costituiscono un’igiene di vita adatta a conseguire un certo benessere. Un pò di introspezione ci sarà di grande aiuto.
IL NOSTRO CORPO PARLA, ASCOLTIAMOLO
L’interno del corpo è invisibile ai nostri occhi ma non al nostro sentire anche se non ne conosciamo bene il funzionamento e le interazioni con i suoi diversi sistemi.
Il grande mistero del “nostro interno” è contenuto in un involucro, la pelle che è la corazza contro le aggressioni esterne. La pelle protegge la nostra vita. Ogni rottura di questa corazza, un trauma fisico, un intervento chirurgico, una ferita, una frattura possono rappresentare aggressioni al corpo che si può indebolire. Le ferite si chiudono ma la pelle resta segnata da una cicatrice visibile, allo stesso tempo l’interno del corpo memorizza in maniera invisibile e indelebile cicatrici, dolori e stress. Queste tensioni nascoste possono riemergere e manifestarsi in qualsiasi momento. Lo stesso vale per i traumi psicologici e le aggressioni morali che in tal caso non presentano cicatrici superficiali ma memorie che insidiano il profondo del corpo.
Il nostro “punto debole”, l’elemento sensibile, potrà trattarsi del dorso, del fegato, dell’intestino, sarà il primo ad essere bersagliato.
NEGLI ORGANI IL RIFLESSO DELLE NOSTRE EMOZIONI
Quando proviamo un’emozione i nostri organi reagiscono in quanto sono estremamente ricettivi. È così che le nostre emozioni “prendono corpo”.
Anche il linguaggio attraverso alcune espressioni descrive chiaramente questo processo “avere mal di pancia” o “fare male al cuore”,” prendere allo stomaco”, “avere un travaso di bile”, “avere il mozzafiato”,” la pelle d’oca” ecc..IL vocabolario che evoca il registro dell’emotività degli organi è ricco.
Le reazioni emotive vanno da semplici spasmi della cistifellea, ai bruciori di stomaco, vomito, malesseri, sincopi, ulcere, epatiti, dolori articolari o malattie più gravi. I grandi “depositari” delle emozioni sono tutti gli organi interni.
Esiste una gerarchia nella reattività degli organi?
Dipende dall’intensità, dalla gravità e dalla durata dello stress. In generale, anche le piccole contrarietà interessano la nostra forma psicofisica
Nella classifica dell’intensità delle emozioni compare in primo luogo il decesso di una persona cara, poi il divorzio, la perdita di un impiego, un trasloco non voluto, la lista è infinita.
Ogni organo è connesso al cervello sia da un punto di vista fisiologico che emozionale. Se la relazione emozionale è positiva il cervello è colpito dall’ eustress,” (stress positivo) se invece è un’emozione tossica, sarà distress (stress negativo) che crea problemi al nostro stato di salute
Nei comportamenti c’è l’eco dei nostri organi.
Quando un organo reagisce a un’emozione stimola in noi determinati comportamenti. Prendiamo l’esempio dell’intestino. Quando una persona presenta una fragilità o una debolezza intestinale (l’intestino è considerato il secondo cervello o cervello viscerale) può avere improvvisamente dolori articolari, spossatezza, difficoltà di relazione.
Inconsciamente il nostro corpo e i nostri organi registrano continuamente fatti ed emozioni.
Inoltre portiamo dentro di noi la memoria dei nostri antenati, la nostra eredità genetica. Malattie più o meno evidenti come l’allergia, il diabete, l’asma, la psoriasi, l’eczema, possono rimanere nascoste fino al momento propizio per manifestarsi. Uno stress emotivo può risvegliare una malattia genetica inaspettata.
IL CERVELLO
IL cervello è il legame indissolubile tra corpo e mente. Comanda tutto, riceve, trasmette, memorizza. Ci permette di pensare, di immaginare, di creare, di parlare, dì camminare.
Si tratta di 1,3 kg di materia cerebrale, ben lontana dall’aver rivelato tutto i suoi misteri.
Fabbrica del pensiero, fabbrica della trasmissione, fabbrica che produce, il cervello è il collegamento tra la nostra relazione con il cosmo e la realtà del nostro corpo. I ritmi biologici, circadiani (del sole), mensili (lunari) e stagionali che governano l’individuo transitano attraverso il cervello prima di influire sul funzionamento del corpo.
Rispetto al suo peso (soltanto il 2% del totale del corpo), il cervello è un grande consumatore di ossigeno, ne richiede il 20% del consumo totale, dieci volte più di altre parti del corpo.
IL modo migliore per ossigenare il cervello è sviluppare l’attività intellettuale e fisica. L’alimentazione è il suo carburante ma a questo occorre aggiungere gli apporti psichici come l'affettività, il riconoscimento, la valorizzazione, il lavoro intellettuale.
PENSIERO, EMOZIONI e CORPO FISICO
La Dott.ssa Hunt, neurofisiologa è stata la prima a studiare e a misurare l’attività neuro- muscolare correlata all’emozione effettuando numerose indagini riguardo all’ aura (alone energetico che si suppone esista intorno al corpo umano le cui diverse tonalità vengono associate a differenti stati psicofisici del soggetto). Le aureole nei ritratti dei santi sarebbero la rappresentazione convenzionale dell’aura che peraltro è descritta in quasi tutte le culture, negli stati di coscienza alterati e nel loro ruolo nella guarigione.
La neurofisiologa esegui studi sui muscoli utilizzando l’ elettromiografia (EMG) applicando gli elettrodi ai ballerini mentre danzavano. Si scoprì che essi presentavano stati di coscienza alterati registrati con numerose anomalie nell ‘EMG. Concluse che il campo energetico umano assorbe e diffonde l’energia in modo dinamico, interagisce con la materia e influisce su di essa.
Ampi esempi si possono trovare nelle culture popolari come la Taranta, il Samba,il Candomblé, la Santeria e nei balli etnici africani.
In tutte le culture si conoscono già da tempo questi fenomeni, ai quali sono stati dati diversi nomi: Chi, Forza Vitale, Prana, Forza Odica e Aura.
La Dott Ssa C.Pert, nel suo libro “Molecole di Emozione” si è interessata allo studio sui recettori degli oppiacei arrivando alla scoperta che sono gli stessi sia per le endorfine naturali che per quelle degli oppiacei esogeni.
Nell’epoca pandemica caratterizzata da una comunicazione alluvionale da parte dei mass-media con parole e azioni cariche di emozioni tossiche oppure per esperienza diretta o indiretta di paure e frustrazioni legate alla pandemia, si sta evidenziando un cambiamento nella funzione psicofisica.
IL modello del distanziamento, l’uso delle mascherine, il non potersi abbracciare, l’avere una vita sociale con la paura di infettarsi, essere sempre in ansia per qualcuno o per qualcosa, creano dei modelli e uno schema corporeo chiuso, associato a sensazioni di paura, rabbia, iperattività, con il rischio che questo stato di cose possa persistere nel tempo.
Come affrontare questi problemi?
Rispetto a quello che stiamo vivendo il muscolo più coinvolto è il diaframma respiratorio, muscolo per eccellenza della postura e dell’emozione.
Il grande neurofisiologo francese René J. Bourdiol lo definiva muscolo posturale-emozionale, insieme ai muscoli della mimica, ai muscoli del piede e agli organi genitali.
Sono muscoli semi-volontari, caratterizzati sia da contrazione e rilassamento volontario, sia da stimoli interni dell’organismo; non sono sempre avvertiti in modo cosciente e possiedono un certo grado di automatismo, sono infaticabili come lo dimostra il carattere imperioso e persistente della loro contrattura spasmodica. Gli esempi sono i tics, il blefarospasmo, le distonie focali, le alterazioni muscolari, come spasmi, contrazioni, irrigidimenti, posture anomale ed abnormi, le torsioni e i movimenti ripetitivi.
Tutto questo corredo patologico è frutto di un rapporto reciproco fra corpo e mente, fra emozione e pensiero. A ciò si aggiunge il fatto che questi eventi hanno una ricaduta sulla forma psico-fisica.
La componente emozionale e lo shock correlato influiscono sul respiro, con l’alterazione del muscolo diaframmatico che non è più in grado di fare bene il suo lavoro e di controllare la forma corporea a causa della tensione residua
TUTTE LE EMOZIONI IN UN SOLO POSTO: DIAFRAMMA RESPIRATORIO E CERVELLO
L’interconnessione tra l’essere, il movimento e la respirazione ha una molteplice implicazione di natura psicologica,spirituale e fisiologica.
La qualità della vita della persona viene plasmata dalle caratteristiche di tutti questi elementi. Il respiro e la mente rispecchiano l'individuo e il suo mondo dalla nascita, al presente, fino alla morte.
A differenza di altre funzioni vitali neuro-vegetative, la respirazione può essere soggetta al controllo volontario, puòfungere da mediatore tra mente e corpo, essere il mezzo che ci permette di partecipare in maniera cosciente alle funzionivitali del nostro organismo psicosomatico.
... continua nel prossimo articolo
Ascoltare il proprio corpo, ma non al punto di cadere nell'ipocondria ..
Porre attenzione ad emozioni e al proprio sentire, imparare a gestirli per non stare male fisicamente... Grazie Saverio.
IL NOSTRO CORPO PARLA, ASCOLTIAMOLO... sono perfettamente d'accordo Saverio, ahimè purtroppo non lo facciamo abbastanza.