Passare troppo tempo seduti fa male alla salute.
Secondo un recente studio il problema sono le sedie e i divani. È fuori dubbio che con l’avvento del Covid 19, che ha costretto molte persone a lavorare a casa in smart working, il modello comportamentale e sociale che stiamo attuando è quello che ci porta a stare seduti durante il lavoro, nel tempo libero coricati per guardare la tv, oppure chattare a letto e non ultimo a lavorare coricati con computer portatili e smartphone in modo da stare più comodi.
Purtroppo questo non ci fa bene: la sedentarietà porta dei rischi, come il rallentamento del metabolismo muscolare. Una ricerca del Texas Obesity Center di Huston ha rilevato che un’attività ridotta porta a una ridotta produzione degli enzimi che smaltiscono i grassi e gli zuccheri utilizzati per produrre energie. Gli enzimi hanno la funzione di catalizzatori biologici e sono presenti soprattutto nel tessuto muscolare e cardiaco, il cui compito principale è quello di facilitare alcune reazioni chimiche, che avvengono fisiologicamente nel nostro organismo.
Stare seduti per ore con posture alterate produce una riconversione della muscolatura profonda. La muscolatura profonda è deputata alla stabilità della colonna e fisiologicamente ha una frequenza muscolare lenta. Essa ha il compito di farci sentire stabili e comodi, ma le posture alterate fanno riconvertire la muscolatura profonda in fibra veloce con ricadute patologiche sul corpo. Questo significa che una vita da seduto accumula trigliceridi, colesterolo cattivo, con un conseguente impatto sulla circolazione sanguigna.
L’O.M.S. ha sostenuto che uno stile di vita sedentario aumenta le cause di mortalità, raddoppia il rischio di insorgenza di malattie cardio-vascolari, ostearticolari, diabete, favorisce il sovrappeso e l’obesità, aumenta il rischio di tumore al colon, di pressione alta e osteoporosi. Sarebbe opportuna una riorganizzazione. C’è però un paradosso fisiologico: gli evoluzionisti ritengono che il riposo, sonno a parte, sia stato adottato dagli animali, compreso l’uomo, per minimizzare il dispendio energetico e il consumo metabolico. Dunque per quale motivo ci fa male?
Gruppo etnico Hadza
Uno studio dell’Università della Southern California di Los Angeles ha cercato di indagarne i motivi, studiando le popolazioni che ancora vivono in un mondo antico, quelle dei raccoglitori e cacciatori. Come l’uomo primitivo, questi avendo ancora intensi livelli di movimenti legati all’attività di caccia, si ammalano molto meno. Ma non è questa la sola unica ragione per cui non vanno incontro a problemi cardio-vascolari, perché anche chi si allena molto, se sta poi molto tempo seduto, può avere le stesse patologie. I ricercatori hanno dunque deciso di studiare una popolazione della Tanzania, gli Hadza, che vivono lontano da ogni villaggio, si nutrono solo di cibo non coltivato e non allevato e hanno bassi livelli di marcatori cardiaci. Hanno scoperto però che in realtà anche loro si fermano e in media passano dieci ore senza muoversi, una quantità di tempo superiore a quella dell’uomo che vive nei centri urbani, i quali passano in media nove ore fermi.
È stata quindi fatta un’ipotesi: il motivo per cui gli Hadza non presentano problemi potrebbe dipendere dal modo in cui stanno a riposo. Non sarebbe quindi il tempo che dedicano al relax che li rende differenti da noi, ma forse come lo utilizzano. Una cosa che non usano gli Hadza sono per esempio le sedie. Stanno sempre accovacciati o inginocchiati o con le gambe incrociate, e interrompono spesso queste posture.
Per lo studio è stato chiesto agli Hadza partecipanti di indossare degli strumenti che misurano l’attività fisica delle parti inferiori del corpo con elettromiografi sulle loro cosce e accelerometri. É stato poi documentato il modo in cui si sedevano con un metodo che rivela le variazioni ogni minuto, in questo modo è stato scoperto che stare in ginocchio o accovacciati richiede un lavoro muscolare più intenso rispetto a quando si sta seduti anche se è circa il 20 - 40 per cento inferiore rispetto a quando si cammina.
Visto lo stato di salute della popolazione è possibile che non sia la quantità di inattività che conta, ma lo sforzo impiegato durante le pause.
Come peraltro già si sapeva, anche stare seduti richiede l’impiego di muscoli, ma la differenza tra noi e gli Hadza dipende dal modo con cui lo facciamo. Sedersi per terra, non è come sedersi su un divano o su una sedia, in cui l’unico momento in cui si attivano dei muscoli è quando si allungano le gambe. Gli studiosi hanno concluso che l ‘evoluzione ci ha indotti ad adottare momenti di sosta, perché non si tratta di un fermo totale. Le sedie insomma non sono l’ideale per noi e se nelle nostre vite quotidiane non è facile sostituirle, dovremmo cercare di farlo non appena l’occasione si presenta, come per esempio a casa, mantenendo attivo sempre un piccolo lavoro muscolare, perché la fisiologia umana in sostanza non è fatta per uno stop totale.
Come sempre, articolo interessantissimo.
Grazie!
Come sempre, estremamente interessante e ricco di spunti di riflessione. In fondo la differenza è tra riposo "passivo" e riposo "attivo". Anche quell'organo estremamente plastico e dinamico che è il cervello si attiva in maniera diversa in diversi contesti ricreativi. Riposarsi guardando distrattamente un programma televisivo è, di fatto, una attività passiva; riposarsi leggendo un libro o anche facendo le parole crociate implica un diverso livello di arousal.
Grazie, Saverio.
Sono completamente d'accordo con te